Ecco il link ai Mercoledì h18-19.30 Online su Zoom
ID riunione: 610 019 6304
Passcode: 3VYgVh
Questo è l’invito al percorso:
https://youtube.com/watch?v=8jSm9nRSatY&si=rO7Ty9xYl03pgKm
Gustare e condividere
Nella nostra piccola comunità abbiamo sentito il desiderio di condividere questo bel cammino di presenza e di libertà. Impossibile da condividere senza poterlo al tempo stesso gustare.
Qui in Salento stiamo uscendo dal nostro piccolo rifugio per portare questo Silenzio, questa Dolcezza, a chi non si è mai avvicinato a un ”percorso spirituale”, artisti, studenti…
A volte questo chiede di uscire dal noto, dalle appartenenze, dalla forma.
Ricordo con grande gioia le ore passate con i ragazzi affetti dalla sindrome di Down, ore di gioco, di danza, di rilassamento, meditazione, abbracci e soprattutto affetto.
Oltre alla gioia e alla bellezza della Presenza, ci sono ostacoli e incomprensioni, fraintendimenti che fanno parte di questo meraviglioso viaggio.
Il cammino spirituale può diventare presto l’ennesima carota che ci offre nuove speranze e quindi nuove delusioni. Mi piacerebbe condividere tutti gli errori fatti , tutti i fraintendimenti, le false speranze… e sono tanti… per poter gustare insieme la gioia di questo bel cammino di Libertà e scoprire insieme nuovi modi per viverla e poterla offrire agli altri.
phap ban

Sono suggeriti alcuni testi :

Il canto del cuore     Thich Nhat Hanh.               

Pratiche, cerimonie, discorsi – di Thich Nhat Hanh con la comunità monastica di Plum Village. (Associazione Essere Pace, 2008; Chanting from the Heart) Nuova versione, aggiornata e ampliata con nuovi testi, di Canti e Recitazioni di Plum Village: testi per la pratica quotidiana, cerimonie, gatha, sutra.

Link:IL CANTO DEL CUORE – Thich Nhat Hanh

Il silenzio è cosa viva”           Livia Chandra Candiani.             Einaudi
un testo dell’autrice che ha tradotto il libro di poesie di Thay

 

Arrendersi al Momento Presente

Questo splendido discorso di Thay ci introduce all’arte del fermarsi e sentire

       

UN GESTO
Quando sono nella paura, nella rabbia, nello sconforto o in un’altra emozione dolorosa, la mente chiede: come posso uscirne?
Il corpo diventa sempre più teso e sofferente.
La mente non può risolvere ciò che lei stessa ha creato. Per questo le parole non possono aiutare se non per ricordare di fermarci, smettere di dibatterci per un istante. E sentire.

Tre piccoli respiri
C’è una pratica o meglio un gesto, semplice ma molto coraggioso. Chiudere gli occhi, posare una mano là dove viene riconosciuto il dolore, e ascoltare, sentire, abitare con il respiro la sensazione fisica dolorosa.
Con la cura e con l’affetto di una madre che prende tra le sue braccia il suo bambino che piange e con pazienza e dolcezza riposa con lui, respira con lui. Senza bisogno di aggiustare.
Senza bisogno di fare, di risolvere.
Non è facile farlo una volta che il ‘blocco di sofferenza’, il ‘corpo di dolore’, si è manifestato. Ma è sicuramente alla nostra portata farlo quando si manifesta una piccola paura, irrequietezza, fretta, preoccupazione, un rifiuto della vita meno intenso, come accade spesso nella nostra giornata.
Per questo Thich Nhat Hanh ci offre una calligrafia:
‘La via d’uscita è dentro’.

 

 

 L’ascolto che guarisce

“Una volta vista la verità e la bellezza in te stesso puoi vederle nelle persone care.
Amare significa offrire la nostra presenza a chi amiamo e riconoscere quanto sia importante per noi la loro presenza. Esserci, essere presenti fino in fondo, saper apprezzare la preziosità della persona cara sono pratiche di vero amore. Per essere presente per l’altro devi prima essere presente per te stesso. Hai il tempo di essere presente per te stesso? Hai il tempo di bere una tazza di tè, di mangiare un’arancia, di inspirare, di espirare? Hai il tempo di muovere qualche passo senza pensare ai tuoi progetti?

Se non ti capisci, se non sei capace di accettarti, ti sarà impossibile capire e accettare l’altro. La pratica di consapevolezza ti aiuterà a entrare in contatto profondo con te stesso in modo da poter comprendere la tua sofferenza, le tue difficoltà, le tue aspirazioni più profonde.

È importante sapere che potresti avere una carenza di comunicazione interiore: il tuo corpo e la tua coscienza cercano di dirti molte cose, ma forse non hai il tempo di ascoltarli.
Forse il tuo fegato è in condizioni di grande stress, ma tu continui a bere alcolici. Forse il tuo corpo ti sta implorando di rallentare il ritmo o di prenderti una giornata di riposo, ma tu continui a spingerlo avanti e a lavorare sempre di più.
Forse non sei presente per il tuo corpo: te ne curi troppo poco o non lo sai ascoltare.

Nella tua coscienza potrebbero esserci blocchi di dolore ma tu non la sai ascoltare.
Il primo passo verso la comunicazione amorevole è tornare “a casa”, tornare a se stessi.
È la pratica del respiro consapevole a immetterti sulla via maestra del ritorno a te stesso, per entrare in contatto con la gioia, la bellezza, le meraviglie della vita che hai in te e intorno a te. La pratica di essere consapevole del tuo respiro, dei tuoi passi, della colazione che stai preparando ti aiuta a tornare a casa a te stesso nel qui e ora, a essere consapevole di ciò che accade nel tuo corpo, nelle tue sensazioni e percezioni, per riconoscere la tua sofferenza e trasformarla”.

Thich Nhat Hanh

 

 

           Credo di poterlo fare
“Credo di poterlo fare: tutte le mattine, prima di mettermi al lavoro, prenderò l’impegno di “volgermi verso l’interno” una mezz’ora, ad ascoltare il mio intimo. “Immergersi in se stessi”. Potrei anche chiamarlo meditare. Ma sono ancora un tantino spaventata da questa parola. Beh, perché no? Una quieta mezz’ora dentro di me. Non è abbastanza muovere bene braccia, gambe e tutti gli altri muscoli la mattina nel bagno. Un essere umano è corpo e spirito. E davvero una mezz’ora di ginnastica, insieme a una mezz’ora di “meditazione” possono costruire vaste fondamenta di quiete e concentrazione per l’intero giorno. Ma non è per niente semplice, quell’ “ora quieta” va imparata. Allora tutto il ciarpame e i fronzoli delle umane meschinità sarebbero eliminati da dentro di noi. Dopotutto anche una testolina piccola come la mia è imbottita di un mucchio di crucci insignificanti.”

Etty Hillesum  (1914- Auschwitz 1943),