Sono suggeriti alcuni testi :
Il canto del cuore Thich Nhat Hanh.
Pratiche, cerimonie, discorsi – di Thich Nhat Hanh con la comunità monastica di Plum Village. (Associazione Essere Pace, 2008; Chanting from the Heart) Nuova versione, aggiornata e ampliata con nuovi testi, di Canti e Recitazioni di Plum Village: testi per la pratica quotidiana, cerimonie, gatha, sutra.
Link:IL CANTO DEL CUORE – Thich Nhat Hanh
“Il silenzio è cosa viva” Livia Chandra Candiani. Einaudi
un testo dell’autrice che ha tradotto il libro di poesie di Thay
Arrendersi al Momento Presente
Questo splendido discorso di Thay ci introduce all’arte del fermarsi e sentire
UN GESTO
Quando sono nella paura, nella rabbia, nello sconforto o in un’altra emozione dolorosa, la mente chiede: come posso uscirne?
Il corpo diventa sempre più teso e sofferente.
La mente non può risolvere ciò che lei stessa ha creato. Per questo le parole non possono aiutare se non per ricordare di fermarci, smettere di dibatterci per un istante. E sentire.
Tre piccoli respiri
C’è una pratica o meglio un gesto, semplice ma molto coraggioso. Chiudere gli occhi, posare una mano là dove viene riconosciuto il dolore, e ascoltare, sentire, abitare con il respiro la sensazione fisica dolorosa.
Con la cura e con l’affetto di una madre che prende tra le sue braccia il suo bambino che piange e con pazienza e dolcezza riposa con lui, respira con lui. Senza bisogno di aggiustare.
Senza bisogno di fare, di risolvere.
Non è facile farlo una volta che il ‘blocco di sofferenza’, il ‘corpo di dolore’, si è manifestato. Ma è sicuramente alla nostra portata farlo quando si manifesta una piccola paura, irrequietezza, fretta, preoccupazione, un rifiuto della vita meno intenso, come accade spesso nella nostra giornata.
Per questo Thich Nhat Hanh ci offre una calligrafia:
‘La via d’uscita è dentro’.
L’ascolto che guarisce
“Una volta vista la verità e la bellezza in te stesso puoi vederle nelle persone care.
Amare significa offrire la nostra presenza a chi amiamo e riconoscere quanto sia importante per noi la loro presenza. Esserci, essere presenti fino in fondo, saper apprezzare la preziosità della persona cara sono pratiche di vero amore. Per essere presente per l’altro devi prima essere presente per te stesso. Hai il tempo di essere presente per te stesso? Hai il tempo di bere una tazza di tè, di mangiare un’arancia, di inspirare, di espirare? Hai il tempo di muovere qualche passo senza pensare ai tuoi progetti?
Se non ti capisci, se non sei capace di accettarti, ti sarà impossibile capire e accettare l’altro. La pratica di consapevolezza ti aiuterà a entrare in contatto profondo con te stesso in modo da poter comprendere la tua sofferenza, le tue difficoltà, le tue aspirazioni più profonde.
È importante sapere che potresti avere una carenza di comunicazione interiore: il tuo corpo e la tua coscienza cercano di dirti molte cose, ma forse non hai il tempo di ascoltarli.
Forse il tuo fegato è in condizioni di grande stress, ma tu continui a bere alcolici. Forse il tuo corpo ti sta implorando di rallentare il ritmo o di prenderti una giornata di riposo, ma tu continui a spingerlo avanti e a lavorare sempre di più.
Forse non sei presente per il tuo corpo: te ne curi troppo poco o non lo sai ascoltare.
Nella tua coscienza potrebbero esserci blocchi di dolore ma tu non la sai ascoltare.
Il primo passo verso la comunicazione amorevole è tornare “a casa”, tornare a se stessi.
È la pratica del respiro consapevole a immetterti sulla via maestra del ritorno a te stesso, per entrare in contatto con la gioia, la bellezza, le meraviglie della vita che hai in te e intorno a te. La pratica di essere consapevole del tuo respiro, dei tuoi passi, della colazione che stai preparando ti aiuta a tornare a casa a te stesso nel qui e ora, a essere consapevole di ciò che accade nel tuo corpo, nelle tue sensazioni e percezioni, per riconoscere la tua sofferenza e trasformarla”.
Thich Nhat Hanh
Etty Hillesum (1914- Auschwitz 1943),
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