L’insegnamento di Thay, Thich Nhat Hanh, semplice e profondo, ci porta in maniera naturale a riscoprire le nostre radici, vive, nel cuore di questo respiro, di questo passo.
Insieme nella qualità della Presenza nutriti dalle parole del Vangelo che hanno radici profonde nella nostra infanzia. Abitando con rispetto questo grande Mistero, riposare nella Presenza, lasciare che si crei lo spazio perché le parole di Gesù risuonino in noi e sciolgano la resistenza del cuore. 🔥
“il regno è dentro di te e intorno a te “. meditazione-rilassamento
“un oceano di pace “Rilassamento meditazione
“Sì alla vita “ Meditazione e lettura
Canto: “De noche” A Plum Village più di 20 anni fa con un amico della comunità di Taizé.
“di notte andremo, di notte, per trovare la fonte, solo la sete ci illumina il cammino.”
San Giovanni della croce
Il regno è la via
Scopri che il momento presente, questo preciso ora, è già più bello di quanto avresti mai potuto immaginare…
Cos’altro stai cercando? Cos’altro hai bisogno di ottenere?
Sei già quello che vuoi diventare. Hai già tutto quello che ti serve per essere felice.
Non c’è nessuna via per la Terra Pura, la Terra Pura è la via.
E non c’è alcuna via per il Regno di Dio, il Regno è la via.
La Terra Pura e il Regno sono disponibili in ogni passo.
Non esiste nessuna Terra Pura, non esiste nessun Regno al di fuori dell’ora.
Solo quando…
Mio caro, non cercare la felicità nel futuro. Non aspettare quel giorno, non aspettare un lontano futuro “poi… “
Non dire che quella felicità sarà possibile solo quando avrai questo o quello. Cos’è che stai cercando? Cos’è che stai aspettando? È la fama? La ricchezza? Il potere? Il sesso? Oppure è solo la distrazione dal vuoto interiore? Non pensare che sarai davvero felice solo quando avrai ottenuto queste cose. Non aspettare il poi.
Guardati intorno. Ci sono una miriade di persone che hanno tutte queste cose, ma non hanno la pace mentale, non sono ancora felici. Non sentono mai di avere abbastanza perché il pozzo del desiderio è senza fondo. Se siamo assetati ma continuiamo a mangiare del sale, avremo sempre più sete. Dobbiamo imparare le pratiche di avere il minor numero di desideri e di «ho abbastanza».
Quando riusciamo a vedere che in questo preciso momento abbiamo già abbastanza, la nostra sete viene saziata, la nostra brama viene placata, e la vera felicità diventa possibile…
I nostri cari sono qui. Sono il nostro compagno o compagna, il nostro amico o amica, i nostri figli o i nostri genitori. Eppure abbiamo la sensazione che il semplice essere insieme non basti, ci serve qualcosa di più. Sentiamo il bisogno di andare in cerca di successo, trionfo, più soldi o un più alto status sociale da portare ai nostri cari per farli felici, per renderli orgogliosi, per conquistarne l’amore. Il poi diventa la condizione dell’ora.
Molti di noi pensano che soltanto quando avremo questo o quello, soltanto quando la situazione cambierà, soltanto allora potremo essere felici. Non riconosciamo la nostra felicità nell’ora e la cerchiamo nel poi. Siamo convinti che la felicità sia situata in un imprecisato momento futuro. Ci diciamo a vicenda: «Dobbiamo aspettare, tesoro, e poi…». E mentre siamo impegnati a cercare di creare quel poi abbandoniamo i nostri cari nell’ora.
Sacrifichiamo l’ora che è così prezioso per un poi che non arriva mai.
Il poi appartiene sempre al futuro.
È un’illusione che non può mai diventare realtà.
Thich Nhat Hanh ( da ‘Ogni istante è un dono’)
Riconoscere la sofferenza
“Gesù è nato circa duemila anni fa. Era consapevole della sofferenza in lui e nella società in cui viveva, ma non cercò di evitare la sofferenza. Al contrario, si è impegnato a scoprire la natura della sofferenza e le sue cause. Ebbe il coraggio di parlare, diventando un maestro per molte generazioni. Il modo migliore per celebrare il Natale potrebbe essere quello di praticare la meditazione camminata, o sedendosi con piena consapevolezza e guardando in profondità, per scoprire che la sofferenza c’è, in ognuno di noi e nel mondo. Riconoscere la sofferenza alleggerirà il peso che da tempo grava sui nostri cuori. Secondo l’insegnamento del Buddha, se si tocca la sofferenza in profondità, si comprenderà la sua natura e la via della felicità si rivelerà.
(Thich Nhat Hanh, “Buddha e Gesù sono fratelli”)
Nutrire la gioia e la pace. Insegnamento
Riposare in Dio
La storia di quello studente e quell’insegnante che non avevano tempo per un picnic.
trascrizione di un discorso di T.N.Hanh
Lo studente disse: Insegnante, può organizzare un picnic?
Lui disse: Sì, riusciremo a trovare un giorno in cui possiamo andare a fare un picnic.
Eppure non riuscivano ad avere un giorno per andare a fare un picnic.
Un anno, e due anni, e tre anni e non hanno mai avuto la possibilità di andare a un picnic.
Un giorno, stavano camminando insieme in una città e c’era un corteo funebre.
L’insegnante chiese allo studente: Cos’è quello?
E lo studente rispose: “Stanno facendo un picnic.”
L’unico picnic che hanno, quando muoiono.
Oggi potrebbe esplodere una bomba.
Ho vissuto una guerra, due guerre.
E so cos’è la guerra. Cos’è una guerra…
Tu non sai se puoi essere vivo oggi pomeriggio o stasera.
C’è la paura, c’è rabbia, c’è disperazione.
Se non sai come gestirla, non puoi sopravvivere.
State solo aspettando il vostro picnic.
Non siete pronti per il vostro picnic.
Questo è il motivo per cui la nostra pratica è di fare il picnic proprio qui e proprio ora e non dover aspettare.
Ecco perché desideriamo molto che voi organizziate il vostro ritiro qui come un picnic, e godetevi ogni momento.
Penso che sia possibile perché conosciamo l’esperienza di fare un picnic.
Un Picnic.
Un picnic può avvenire in questo momento, in questo stesso momento.
Siamo seduti qui. Siamo qui per fare qualcosa?
Non abbiamo niente da fare. Ci godiamo semplicemente la nostra seduta.
Senza preoccupazioni.
Perché sedersi è un piacere. Sedersi e ascoltare qualcuno che parla è un piacere.
Non c’è bisogno di imparare nulla, non c’è bisogno di superare un esame per ottenere un diploma.
Devi solo sederti e goderti il respirare dentro e fuori e ascoltare qualcuno che parla di pace.
Non è nostra intenzione darvi idee sulla pace.
Voi avete un sacco di idee sulla pace.
La nostra intenzione è di Essere la pace. Proprio qui e ora.
Essere la pace nel qui e ora. Non per parlare di pace.
Questo è possibile perché la pace può essere qui, nel vostro corpo.
Nelle vostre sensazioni.
Nelle vostre percezioni.
Nella vostra coscienza.
Avete il vostro corpo. Il vostro corpo può non essere in pace.
Impariamo come portare pace al nostro corpo proprio qui, proprio nel presente.
[corpo]
Sappiamo che il nostro corpo soffre.
C’è tensione, c’è stress, c’è pressione,
c’è dolore nel nostro corpo.
Abbiamo fatto lavorare troppo il nostro corpo.
Il nostro corpo è stato esposto a molta pressione.
Non ci sentiamo bene nel nostro corpo.
Ci sono molti conflitti all’interno del nostro corpo.
Il modo in cui gestiamo il nostro corpo
ha fatto soffrire così tanto il nostro corpo.
Non c’è una vera pace nel nostro corpo.
Cosa fare per dare pace al nostro corpo?
Questo è ciò che cerchiamo di fare.
Non abbiamo bisogno di molto tempo per farlo.
Permettere al vostro corpo di riposare,
permettere al tuo corpo di avere la possibilità
di rinnovarsi, di guarire se stesso,
questo è qualcosa di possibile.
Possiamo farlo oggi stesso.
E dopo una, due ore ci sentiamo molto meglio.
Non stiamo parlando di pace al nostro corpo.
Stiamo portando la pace ad esso.
E abbiamo le nostre sensazioni.
[sensazioni]
Possiamo sentirci tristi,
possiamo sentirci dolorosi,
possiamo sentirci eccitati,
ci sono sensazioni
che scorrono in noi, come un fiume.
Un fiume di sensazioni.
Ci sono sen spiacevoli,
Sensazioni dolorosi.
Ci sono sensazioni eccitanti e così via.
E non c’è pace nelle nostre sensazioni.
Dobbiamo imparare
come portare la pace nelle nostre sensazioni
E questo può essere fatto ora.
Non c’è bisogno di molta teoria.
Possiamo divertirci a farlo, portando la pace
alle nostre sensazioni proprio qui e proprio ora.
Il nostro tempo insieme è molto prezioso.
Non parliamo di pace, cerchiamo di rendere la pace una realtà
proprio qui, proprio ora, nel nostro corpo, nelle nostre sensazioni
Abbiamo anche le nostre emozioni.
[emozioni]
Come la rabbia, come la paura, come la disperazione.
Non sappiamo come gestirle.
Ogni volta che la rabbia viene fuori,
ogni volta che la paura ci travolge,
ogni volta che la disperazione ci travolge soffriamo.
Non sappiamo cosa fare per liberarcene.
…Quando siamo insieme ad amici che sanno come gestire le proprie sensazioni e le proprie emozioni, anche noi impariamo a gestire anche le nostre emozioni.
Con 15 minuti di apprendimento della pratica cominciamo a sapere come gestire la nostra paura, come gestire la nostra disperazione, e come gestire la nostra rabbia.
Questo è molto importante.
Se non riesci a gestire la tua paura, la tua rabbia, la tua disperazione non puoi parlare di pace.
Se non sai come gestire il tuo corpo e le tue sensazioni non puoi parlare di pace.
Perché gestirli bene porterà pace, armonia, nel tuo corpo, nelle tue sensazioni, nelle tue emozioni.
Poi, abbiamo le nostre percezioni.
[percezioni]
Le nostre percezioni
sono il terreno delle nostre azioni, e portano avanti le nostre sensazioni, le nostre emozioni.
Noi percepiamo le cose. Ma poiché non siamo calmi, non siamo lucidi.
Siamo sopraffatti dalla nostra paura, dalla nostra rabbia, dalla nostra disperazione.
Ecco perché non percepiamo le cose come sono.
Abbiamo percezioni sbagliate. Una percezione sbagliata di chi siamo noi, di chi sono loro.
E di ciò che è il mondo.
Abbiamo una percezione sbagliata di noi stessi, riguardo a loro e della nostra situazione.
Queste percezioni sbagliate sono il fondamento per tutte le azioni che porteranno infelicità, distruzione paura e rabbia.
Ecco perché dovremmo essere in grado gestire le nostre percezioni.
Per vedere se quella percezione è sbagliata o una percezione giusta.
La maggior parte delle nostre sofferenze provengono dalle nostre percezioni sbagliate.
Ecco perché dovremmo avere il tempo di considerare, di guardare profondamente nella natura delle nostre percezioni per non essere catturati in esse, da esse.
Perché le percezioni sono le basi di tutte le sensazioni, emozioni, afflizioni e così via.
Il fatto è che nella nostra vita quotidiana siamo molto raramente liberi da queste sensazioni e percezioni e formazioni mentali.
Raramente siamo noi stessi. Siamo vittime delle nostre sensazioni, delle nostre percezioni, delle nostre emozioni. Siamo come una foglia che galleggia sull’oceano.
Le onde ci spingono. Non abbiamo la nostra sovranità sulla situazione.
Ci lasciamo portare via, trascinati dalle nostre sensazioni, dalle nostre percezioni e dalle nostre formazioni mentali, le nostre percezioni sbagliate.
Ecco perché è molto importante tornare a casa ed essere padroni di noi stessi.
Noi non viviamo la nostra vita. Permettiamo che la nostra vita sia vissuta dalle circostanze che ci circondano.
Siamo stati vittime di ciò che accade.
Ora possiamo davvero essere noi stessi e diventare padroni della situazione.
Perciò è molto importante tornare a casa da noi stessi e prendere in mano la nostra vita.
Dobbiamo essere il padrone delle nostre sensazioni, delle nostre emozioni, delle nostre percezioni.
E non continuare ad essere la loro vittima.
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Questa è la pratica fondamentale della pace.
Se abbiamo un po’ di pace nel nostro corpo, nelle nostre sensazioni, nelle nostre emozioni, nelle nostre percezioni, possiamo aiutare l’altro ad avere pace nelle sue emozioni, percezioni e sensazioni.
Dobbiamo cominciare da noi stessi.
E questo è possibile con un ritiro, con la presenza di persone che conoscono la pratica e che ci sostengono nella pratica, in modo da poter essere noi stessi uno strumento di pace.
Non puoi diventare uno strumento di pace se non hai la pace dentro di te.
Per diventare uno strumento di pace ti fai strumento di Dio, di Allah, della realtà ultima.
Agisci in Dio, in Allah, nella realtà ultima, agisci nel Buddha.
E questo è possibile, non è qualcosa di troppo difficile.
Ve lo assicuro, possiamo farlo
A volte sentiamo che siamo molto stanchi, non abbiamo più energia, vogliamo arrenderci.
La situazione è così difficile.
Sentiamo che non possiamo fare nulla.
Siamo solo una vittima.
Vogliamo cercare un posto dove possiamo essere protetti.
Vogliamo prendere rifugio, possiamo rifugiarci in Dio, nel Buddha, in Allah.
È come un’onda sull’oceano.
Immaginate un’onda sulla superficie dell’oceano.
Molto stanca di andare su e giù e così via.
Vuole cercare un rifugio.
C’è un rifugio per l’onda ed è l’acqua.
Se l’onda riconosce di essere acqua, allora cerca rifugio nell’acqua.
E non ha più paura di andare su, andare giù.
Ma è molto importante che sappia di essere acqua.
Non ha bisogno di cercare l’acqua fuori di sé.
Può cercare rifugio in Dio, nel Buddha, in Allah, nella realtà ultima.
Questo è qualcosa di possibile.
Ricordo che nel mese di agosto di quest’anno, abbiamo avuto un ritiro per poliziotti e poliziotte e altre persone che applicano la legge, come le guardie carcerarie, e così via.
Il ritiro ha avuto luogo a Green Lake, nello stato del Wisconsin, in Nord America.
Sapete che gli agenti di polizia nello stato del Wisconsin sono chiamati agenti di pace?
Agenti di pace.
Gli agenti di polizia non sentono di avere la pace dentro di sé.
Come possono mantenere la pace, offrire la pace?
Ecco perché avevano bisogno di un ritiro per avere la possibilità di praticare la pace in modo da poter offrire la pace, alla gente per strada e nelle loro famiglie.
Il terzo o quarto giorno mi sono esercitato a fare la calligrafia, come:
“Sono arrivato, sono a casa.”
“Momento presente, momento meraviglioso.”
E alla gente piaceva avere una calligrafia così da appendere in casa per ricordare la pratica di essere in pace.
Una persona è venuta da me e mi ha chiesto:
Thay, potresti scrivere per me la calligrafia” Riposo in Dio?”
Riposo in Dio.
E l’ho fatto.
Riposando in Dio
Sei un’onda.
Sei così stanco di andare su, andare giù.
Hai paura di nascere e morire.
Senti di essere una vittima.
Vuoi cercare qualcosa di solido, qualcosa di sicuro, qualcosa di duraturo.
Immaginiamo di essere onde che cercano l’acqua.
La cosa più interessante è che non è necessario cercare l’acqua se sei un’onda.
Perché tu sei acqua nel qui e ora.
Dio non è qualcosa che esiste al di fuori di noi.
La realtà ultima, il nostro rifugio, non è qualcosa che dobbiamo trovare fuori di noi.
È proprio dentro di noi.
Riposare in Dio significa: Mi rifugio nell’ultimo. Quell’Ultimo che si può chiamare Buddità, o Dio, o Allah.
Sei stanco.
Ti senti stanco come un’onda e vuoi essere acqua, speri di poter trovare l’acqua da qualche parte.
Ma in realtà l’acqua è in te, sei tu.
Riposando in Dio non devi correre. Devi tornare a casa da te stesso.
Come l’onda.
Se l’onda continua a correre non vedrà mai e non incontrerà mai l’acqua.
L’unico modo per l’onda di incontrare l’acqua è quello di tornare nella propria casa
(Campana)
Il regno è la via
Scopri che il momento presente, questo preciso ora, è già più bello di quanto avresti mai potuto immaginare…
Cos’altro stai cercando? Cos’altro hai bisogno di ottenere?
Sei già quello che vuoi diventare.
Hai già tutto quello che ti serve per essere felice.
Non c’è nessuna via per la Terra Pura, la Terra Pura è la via.
E non c’è alcuna via per il Regno di Dio, il Regno è la via.
La Terra Pura e il Regno sono disponibili in ogni passo.
Non esiste nessuna Terra Pura,
non esiste nessun Regno al di fuori dell’ora.
Solo quando…
Mio caro, non cercare la felicità nel futuro. Non aspettare quel giorno, non aspettare un lontano futuro “poi… ”
Non dire che quella felicità sarà possibile solo quando avrai questo o quello. Cos’è che stai cercando? Cos’è che stai aspettando? È la fama? La ricchezza? Il potere? Il sesso? Oppure è solo la distrazione dal vuoto interiore? Non pensare che sarai davvero felice solo quando avrai ottenuto queste cose. Non aspettare il poi.
Guardati intorno. Ci sono una miriade di persone che hanno tutte queste cose, ma non hanno la pace mentale, non sono ancora felici. Non sentono mai di avere abbastanza perché il pozzo del desiderio è senza fondo. Se siamo assetati ma continuiamo a mangiare del sale, avremo sempre più sete. Dobbiamo imparare le pratiche di avere il minor numero di desideri e di «ho abbastanza». Quando riusciamo a vedere che in questo preciso momento abbiamo già abbastanza, la nostra sete viene saziata, la nostra brama viene placata, e la vera felicità diventa possibile…
I nostri cari sono qui. Sono il nostro compagno o compagna, il nostro amico o amica, i nostri figli o i nostri genitori. Eppure abbiamo la sensazione che il semplice essere insieme non basti, ci serve qualcosa di più. Sentiamo il bisogno di andare in cerca di successo, trionfo, più soldi o un più alto status sociale da portare ai nostri cari per farli felici, per renderli orgogliosi, per conquistarne l’amore. Il poi diventa la condizione dell’ora.
Molti di noi pensano che soltanto quando avremo questo o quello, soltanto quando la situazione cambierà, soltanto allora potremo essere felici. Non riconosciamo la nostra felicità nell’ora e la cerchiamo nel poi. Siamo convinti
che la felicità sia situata in un imprecisato momento futuro. Ci diciamo a vicenda: «Dobbiamo aspettare, tesoro, e poi…». E mentre siamo impegnati a cercare di creare quel poi abbandoniamo i nostri cari nell’ora. Sacrifichiamo l’ora che è così prezioso per un poi che non arriva mai.
Il poi appartiene sempre al futuro.
È un’illusione che non può mai diventare realtà.
Thich Nhat Hanh (da “Ogni istante è un dono”)
dal Vangelo di Matteo 6 24-34
24Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
25Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 28E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? 31Non preoccupatevi dunque dicendo: «Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?». 32Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. 33Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta il suo affanno.