“il respiro che nutre e guarisce “
Meditazione/ rilassamento
un invito alla fiducia.
L’amico che è sempre con noi: il Respiro
UN GESTO
La via d’uscita è dentro.
Quando sono nella paura, nella rabbia, nello sconforto o in un’altra emozione dolorosa, la mente chiede: come posso uscirne?
Il corpo diventa sempre più teso e sofferente.
La mente non può risolvere ciò che lei stessa ha creato. Per questo le parole non possono aiutare se non per ricordare di fermarci, smettere di dibatterci per un istante. E sentire…
C’è una pratica o meglio un gesto, semplice ma molto coraggioso. Chiudere gli occhi, posare una mano là dove viene riconosciuto il dolore, e ascoltare, sentire, abitare la sensazione fisica dolorosa.
Con la cura e con l’affetto di una madre che prende tra le sue braccia il suo bambino che piange e con pazienza e dolcezza riposa con lui, respira con lui. Senza bisogno di aggiustare. Senza bisogno di fare, di risolvere.
Non è facile farlo una volta che il ‘blocco di sofferenza’, il ‘corpo di dolore’, si è manifestato. Ma è sicuramente alla nostra portata farlo quando si manifesta una piccola paura, irrequietezza, fretta, preoccupazione, un rifiuto della vita meno intenso, come accade spesso nella nostra giornata.
Per questo Thay, Thich Nhat Hanh ci offre una calligrafia:
‘La via d’uscita è dentro’
Thich Nhat Hanh
La musica del respiro
Come posso imparare ad amarmi? Questa piccola inspirazione
Thay in questo breve video ci parla dell’amore e di questa piccola inspirazione che ci riporta al corpo.
Il corpo ritorna abitato, sentito, rispettato, amato.
E da questa nuova amicizia con noi stessi nasce una nuova apertura alla vita e agli altri.
“Noi respiriamo sempre, nella vita quotidiana, ma ci dimentichiamo di stare respirando. Il fondamento di tutte le pratiche di consapevolezza consiste nel portare attenzione alla nostra inspirazione ed espirazione. Si chiama “consapevolezza del respiro” , è semplicissimo e può essere di grande efficacia. Nella vita quotidiana ci ritroviamo spesso con il corpo da una parte e la mente da un’altra; prestare attenzione all’inspirazione ed espirazione ci riporta la mente al corpo – ed ecco che all’improvviso torniamo a essere dove siamo, pienamente presenti nel qui e ora. Respirare in consapevolezza è come bere un bicchiere d’acqua fresca. Inspirando sentiamo l’aria riempirci i polmoni, ne facciamo esperienza reale. Non occorre controllare il respiro: sentiamo il respiro così com’è, lungo o breve, profondo o superficiale che sia. Alla luce della nostra consapevolezza si farà spontaneamente più lento e più profondo. Respirare in consapevolezza è la chiave per unificare corpo e mente e portare l’energia della presenza mentale in ogni attimo della nostra vita.
A prescindere dal “tempo che fa” dentro di noi – da pensieri, emozioni e percezioni – il nostro respiro è sempre con noi come un amico fedele. Ogni volta che ci sentiamo destabilizzati, che affondiamo in un’emozione forte o siamo preda di pensieri sul passato o sul futuro possiamo tornare al respiro per raccogliere e ancorare la mente.”
Thich Nhat Hanh.
“La meditazione seduta è come tornare a casa per prendersi cura di se stessi con estrema attenzione. Anche noi possiamo trasmettere pace e stabilità proprio come l’immagine serena del Buddha sull’altare. Lo scopo della pratica della meditazione seduta è provare gioia: non cercate di ottenere alcun risultato! A Plum Village pratichiamo la piena consapevolezza del respiro. Che sediate su un cuscino, una coperta, su una sedia o direttamente sul pavimento, cercate sempre di sentirvi a vostro agio. Se possibile, inspirate dalle narici e osservate come il vostro addome si espande; poi, espirando, notate come ritorna alla posizione di partenza. Uno dei modi per mantenere viva la consapevolezza del respiro è recitare una Gatha. Quando inspirate, ditevi in silenzio “inspiro”; mentre espirate, ditevi “espiro”. Dopo avere praticato per un po’ in questo modo potreste desiderare di sperimentare una meditazione guidata. Le sessioni di meditazione seduta possono durare dieci, venti, trenta minuti, o il tempo che preferite. Sedere in meditazione dev’essere un piacere, perciò rilassatevi. Se la postura vi procura troppo dolore sentitevi liberi di cambiarla o di aggiustarla, muovendovi lentamente e con attenzione, seguendo il respiro e ogni movimento del corpo per non perdere la concentrazione. Potete anche alzarvi in piedi con molta consapevolezza, se necessario, per poi sedervi di nuovo non appena vi sentite pronti. Al termine della meditazione, prima di rialzarvi, concedetevi alcuni minuti per massaggiarvi le gambe e i piedi.”
Tratto da: IL CANTO DEL CUORE – Pratiche, cerimonie, discorsi – di Thich Nhat Hanh.
Video zoom 21 dicembre, quarta settimana
Questa introduzione alla meditazione seduta può essere ascoltata come una meditazione guidata
Riposando nel mistero del respiro meditazione 37’
Ecco una meditazione guidata che ci accompagna nella pratica dei tre respiri:
”Calmare il corpo con il respir0”
In questo secondo Video Thay ci parla del respiro nel corpo, calmare il corpo, la fretta e il lasciar andare:
dal 1:16 al 1:46 (30 minuti )
“Un sassolino in tasca”
In questo video del ritiro italiano del 3 settembre 2012, Thay racconta del sassolino che rappresenta la libertà per tornare al respiro –
Un sassolino in tasca….dal minuto 15′ al 23′.
Sedere in meditazione è un privilegio
Sedere in meditazione è un privilegio. Durante la sua prima visita in Francia dopo il rilascio dal carcere, di Nelson Mandela fu intervistato dalla stampa e qualcuno gli chiese che cosa avesse più voglia di fare. Lui rispose: “Starmene seduto e non far niente. Da quando sono stato rilasciato dalla prigione non ho mai avuto il tempo di sedermi a non fare niente.” Avere l’opportunità di sedersi e di godersi l’inspirazione e l’espirazione è di per sé una cosa meravigliosa. Inspirare ed espirare non comporta alcuna lotta. Vi invito a farlo per Nelson Mandela, a farlo per tutti coloro che stanno correndo e non hanno il tempo di tornare a se stessi e a “essere” e nient’altro. Di questi tempi è un lusso starsene semplicemente seduti a non fare niente, ed è essenziale per la nostra guarigione e il nostro nutrimento. Trovati una posizione comoda, che sia su un cuscino da meditazione oppure su una sedia Siedi con la schiena eretta ma non rigida. Abbandona il peso del corpo sul cuscino o sulla sedia e rilassa i muscoli della pancia. Porta tutta l’attenzione all’inspirazione e all’espirazione. Quando al tua mente se ne va a zonzo – e lo farà di certo – limitati a riportare la consapevolezza delicatamente al respiro. La meditazione seduta è innanzitutto non fare niente, semplicemente, e permettersi di rilassarsi. Se conosci l’arte di respirare e sorridere, ti metterai seduto a meditare con piacere sempre maggiore; allora la consapevolezza e la concentrazione cominceranno a mostrarti più in profondità la realtà del tuo corpo, la realtà della tua coscienza, la realtà della tua condizione. Quando vedi le cose con chiarezza è probabile che tu faccia meno errori: ha la possibilità di fare la cosa giusta per portare benessere a te stesso e alle persone che ami. È questo il beneficio di sedersi a meditare.
La meditazione seduta per tornare a casa
“La meditazione seduta è come tornare a casa per prendersi cura di se stessi con estrema attenzione. Anche noi possiamo trasmettere pace e stabilità proprio come l’immagine serena del Buddha sull’altare. Lo scopo della pratica della meditazione seduta è provare gioia: non cercate di ottenere alcun risultato! A Plum Village pratichiamo la piena consapevolezza del respiro. Che sediate su un cuscino, una coperta, su una sedia o direttamente sul pavimento, cercate sempre di sentirvi a vostro agio. Se possibile, inspirate dalle narici e osservate come il vostro addome si espande; poi, espirando, notate come ritorna alla posizione di partenza. Uno dei modi per mantenere viva la consapevolezza del respiro è recitare una Gatha. Quando inspirate, ditevi in silenzio “inspiro”; mentre espirate, ditevi “espiro”. Dopo avere praticato per un po’ in questo modo potreste desiderare di sperimentare una meditazione guidata. Le sessioni di meditazione seduta possono durare dieci, venti, trenta minuti, o il tempo che preferite. Sedere in meditazione dev’essere un piacere, perciò rilassatevi. Se la postura vi procura troppo dolore sentitevi liberi di cambiarla o di aggiustarla, muovendovi lentamente e con attenzione, seguendo il respiro e ogni movimento del corpo per non perdere la concentrazione. Potete anche alzarvi in piedi con molta consapevolezza, se necessario, per poi sedervi di nuovo non appena vi sentite pronti. Al termine della meditazione, prima di rialzarvi, concedetevi alcuni minuti per massaggiarvi le gambe e i piedi.”
Thich Nhat Hanh
Consapevolezza del respiro
C’è una breve poesia che suggerisco di imparare a memoria come aiuto alla pratica di respirare in consapevolezza. Che tu pratichi la consapevolezza in meditazione seduta o camminata, puoi usare queste parole:
Inspiro, espiro;
profondo, lento;
calma, agio;
sorrido, lascio andare.
Momento presente, momento meraviglioso.
Le prime due parole (inspiro, espiro) significa: “Inspirando so che sto inspirando; espirando, so che sto espirando.” Quando inspiri ti concentri su una cosa sola, la tua inspirazione: distogli la mente da tutto il resto e ti concentri esclusivamente sulla tua inspirazione. Allo stesso modo, poi, ti concentri sulla tua espirazione. Questo è il primo esercizio. Puoi continuare a ripetere fra te e te le parole “inspiro, espiro” per aiutarti a stare con la tua inspirazione ed espirazione per tutta la loro durata.
Non distogliere la mente dal tuo respiro lasciandola andare da qualche altra parte. “Inspirando, so…ah, mi sono dimenticato di spegnere la luce in camera mia.” Questa non è concentrazione: la tua mente salta da una cosa all’’altra. Pratica il restare con la tua inspirazione dall’inizio alla fine; anche se dura solo quattro o cinque secondi, chiunque riesce a stare integralmente con la propria inspirazione per un tempo simile. Quando si pratica la consapevolezza dell’inspirazione e dell’espirazione anche solo per un minuto, in quel minuto si smette di pensare. È magnifico smettere di pensare e limitarsi a essere. La maggior parte della nostra attività di pensiero è un ostacolo all’essere, perché quando si è assorti nei pensieri non si è presenti, pienamente vivi, e non si può entrare in contatto con le meraviglie della vita. “Penso, dunque non sono” . “Penso, dunque mi perdo nei miei pensieri.” Perdersi nei pensieri non è “essere”.
Mettiamo che tu ti trovi in compagnia di a tuo figlio o tua figlia, sorridenti, belli come fiori. Se sei tutto preso a pensare al passato, al futuro, ai tuoi progetti, alle tue difficoltà e ai tuoi dispiaceri, ti perdi nei tuoi pensieri, e allora non sei in contatto col tuo splendido bambino, con la tua bellissima bambina, perché non sei lì presente: sei perso nei tuoi pensieri. “Non lasciarsi portar via dai pensieri”, dunque, significa stare nel qui e ora per poter incontrare le meraviglie della vita che ci si offrono – in questo caso il tuo bimbo, la tua bimba. Significa che tu sei accessibile a loro e che loro sono accessibili a te.
Già un singolo ciclo di inspirazione ed espirazione ti può aiutare a fermare l’abituale attività di pensiero e a tornare al qui e ora. Quando torni alla consapevolezza del respiro la mente si connette istantaneamente col corpo. Nella vita quotidiana può capitare che il corpo sia lì presente ma la mente sia altrove; per fortuna abbiamo il respiro a fare da ponte fra loro: nell’attimo stesso in cui si torna al respiro e si respira in consapevolezza, mente e corpo tornano a unificarsi. È magnifico, ed è facilissimo: in poco tempo – cinque secondi, al massimo dieci – ecco che all’improvviso si passa da uno stato di dispersione a uno stato di consapevolezza e concentrazione. Dato che la mente è tornata al tuo corpo, a quel punto sei davvero presente, ci sei realmente, e quando ci sei tu c’è anche qualcosa d’altro: la vita, e anche la persona che ami.
Anche se stai guidando l’auto, per essere davvero presente ti puoi concentrare sull’inspirazione e l’espirazione. La tua guida è più sicura quando sei realmente lì al volante, non altrove, perso nelle preoccupazioni e nelle ansie. Quando innaffi i fiori in giardino, pratica la consapevolezza del respiro per essere pienamente presente e godi dei fiori e dell’azione di innaffiarli. Poi, una volta che sai praticare la consapevolezza del respiro mentre guidi, lavi i piatti, vai a piedi da un edificio all’altro, puoi invitare anche i tuoi familiari a farlo: potrete sedervi insieme in soggiorno e praticare insieme la consapevolezza del respiro. Non c’è bisogno di guardare la televisione: l’intera famiglia può sedersi e godere della reciproca presenza; il risultato sarà una sensazione di unione e di pace. È una pratica meravigliosa; perché non condividerla anche con i collaboratori? Puoi insegnare loro a prendersi cura della propria fatica, delle proprie emozioni forti e della propria sofferenza.
Ora fermati, se vuoi, smetti di leggere questa pagina e pratica “inspiro, espiro” per un minuto, o due o tre, finché non sei realmente concentrato sulla tua inspirazione ed espirazione. Non cercare di far succedere nulla; l’inspirazione si farà spontaneamente più profonda e l’espirazione si farà più lenta, più rilassata e rigenerante.
UN GESTO.
La via d’uscita è dentro.
Quando sono nella paura, nella rabbia, nello sconforto o in un’altra emozione dolorosa, la mente chiede: come posso uscirne?
Il corpo diventa sempre più teso e sofferente.
La mente non può risolvere ciò che lei stessa ha creato. Per questo le parole non possono aiutare se non per ricordare di fermarci, smettere di dibatterci per un istante. E sentire…
C’è una pratica o meglio un gesto, semplice ma molto coraggioso. Chiudere gli occhi, posare una mano là dove viene riconosciuto il dolore, e ascoltare, sentire, abitare la sensazione fisica dolorosa.
Con la cura e con l’affetto di una madre che prende tra le sue braccia il suo bambino che piange e con pazienza e dolcezza riposa con lui, respira con lui. Senza bisogno di aggiustare. Senza bisogno di fare, di risolvere.
Non è facile farlo una volta che il ‘blocco di sofferenza’, il ‘corpo di dolore’, si è manifestato. Ma è sicuramente alla nostra portata farlo quando si manifesta una piccola paura, irrequietezza, fretta, preoccupazione, un rifiuto della vita meno intenso, come accade spesso nella nostra giornata.
Per questo Thay, Thich Nhat Hanh ci offre una calligrafia:
‘La via d’uscita è dentro’.